Quando Bartolo Longo arrivò a Pompei trovò un territorio desolato e devastato dalla povertà, dominato dall’ignoranza e dalle superstizioni, ma grazie al profondo amore per la Vergine del Rosario è riuscito a trasformare la valle di Pompei da valle pagana in Valle cristiana.
Un contributo notevole alla sua opera di evangelizzazione fu offerto dalle Suore Domenicane volute dallo stesso Bartolo Longo per affiancarlo nel servizio di carità a favore degli emarginati e dei bisognosi.
Nascita della Congregazione delle Suore Domenicane
Il Beato Bartolo Longo, durante la sua attività di evangelizzazione, cominciò ad accogliere numerosi bambini abbandonati e bisognosi di cure, di cibo e di istruzione. E fu così che, al crescere del numero di bambini, nacque la necessità di istituire un Istituto di Suore dedito a questa missione. Infatti, le Suore dovevano essere capaci di unire alla vita contemplativa la vita attiva come madri e maestre, occupandosi dell’educazione civile, culturale e sociale dei figli delle famiglie povere e dei carcerati.
Dopo aver girato l’Italia da Sud al Nord e dopo aver contattato diverse Congregazioni, senza aver avuto un riscontro positivo, riuscì sul finire del 1896, grazie all’aiuto del Maestro Generale dell’Ordine Domenicano, a far arrivare a Pompei tre monache di clausura dal Monastero di Marino a Roma per dare i primi passi della formazione ad un gruppo di ragazze desiderose di condividere questo carisma nascente.
Il 25 agosto 1897, il Cardinale Camillo Mazzella fondò canonicamente la Congregazione delle Suore Domenicane Figlie del S. Rosario di Pompei. In un primo momento era di Diritto diocesano, successivamente, il 4 aprile del 1950, ottenne il riconoscimento di Istituto Pontificio.
Il Carisma delle Suore Domenicane Figlie del Santo Rosario
Fino a pochi anni fa, quando gli istituti accoglievano centinaia di ospiti di ambo i sessi, le Suore vivevano con loro ventiquattro ore su ventiquattro, adempiendo in pieno ad ogni incarico in osservanza del compito affidato loro dal Beato Fondatore.
Le bambine entravano anche in tenerissima età e la Divina Provvidenza pensava a tutto. Esse crescevano, pregavano, venivano curate, istruite e preparate alla vita. Molte ragazze uscivano dall’Istituto, coronando il loro “sogno d’amore” sotto lo sguardo vigile e materno di Maria, nel Santuario, perché la Madonna e il Beato Bartolo Longo provvedevano anche a mandare loro dei bravi giovani che le portassero all’altare per farle loro spose per sempre.
Quelle bambine erano come un “roseto vivente” che cresceva all’ombra del Santuario ed erano l’ammirazione di tutti i visitatori che arrivavano a Pompei.
L’impegno sociale oggi delle Suore di Pompei
Attualmente, la Congregazione è presente in Italia (Emilia Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Calabria) e all’estero: Filippine, India, Camerun, Indonesia e Nigeria.
L’opera sociale iniziata da Bartolo Longo ha oggi le seguenti tipologie: la Casa Emmanuel per gestanti e bambini sottratti ad una vita di abusi, violenze e povertà; il Centro diurno per minori con famiglie in difficoltà socio-economico-ambientale; il Centro di Aiuto alla Vita che accompagna e sostiene le donne in difficoltà che decidono di non abortire; il Movimento per la Vita che organizza varie iniziative per diffondere la cultura della vita.